Sicilia, possibilità di un ritorno alle urne !

I vincitori delle regionali di novembre, centrodestra e Movimento 5 Stelle, hanno accennato alla possibilità di un ritorno alle urne. Il centrodestra, per bocca del Presidente della Regione, lo ha fatto a caldo dopo avere subito una bocciatura del DEFR in Aula, malafiura che avrebbe preferito evitare, nonostante il successivo voto favorevole. Basta la febbre di un deputato per fare capottare il governo a Sala D’Ercole, ha commentato a fatica, accennando al ritorno al voto come  una carta da giocare se tutte le altre vengono meno. Ma non si è trattato di un momento di scoramento, questo no. Musumeci si rende conto che con questo chiaro di luna rischia di galleggiare e di perdere credibilità.

Ci sono cambiali politiche che scadono in tempi brevi. Un esercito di uomini e donne da pagare a fine mese e rassicurare per il futuro (forestali, sportellisti, precari, formatori ecc): diversamente impiegati regionali, le cui sorti sono legate indissolubilmente ai conti della Regione.

Se l’impotenza del governo fosse strutturale, tale da prescindere dalla buona volontà, abilità, competenza, la via d’uscita, estrema ma utile, sarebbe da prendere in considerazione. Con quali conseguenze? Nessuna se i successori si ritrovassero nelle medesime condizioni. Sarebbe così a  meno che possano permettersi di rivoluzionare la spesa della Regione e sostituire la pancia insaziabile, l’assistentato, con una politica di investimenti che faccia partire il lavoro, le imprese, la ricerca, sostenga le eccellenze, voltando le spalle al passato e agli sprechi.

Può farlo il centrodestra, rischiando di perdere l’elettorato di riferimento? O il centrosinistra, appesantito dagli apparati ?

Il Movimento 5 Stelle è stato tranchant sul ritorno al voto: meglio andarci subito, ha detto, invece che tirare a campare. I grillini mostrano sicurezza e audacia.  Il loro elettorato è multiforme, non ha una categoria di reddito, e mette insieme culture diverse, tutte disancorate, per disamore, convinzione o rabbia, dai vecchi partiti e dagli apparati. Potenzialmente, dunque, potrebbero essere i promotori della svolta. Ma nei progetti penta stellati c’è una forma di assistentato  più strutturato e baldanzoso, come il reddito di cittadinanza. Se si materializzasse questa ipotesi, assai improbabile, non metterebbe in circolo una sequenza virtuosa, ma risponderebbe al bisogno di aiutare i disoccupati a sopravvivere nel presente. Con quali risorse, in che misura e fino a quando?

Il fatto che Cancelleri rilanci, dopo l’accenno di Musumeci, al ritorno alle urne, non significa che ci creda. Ha anche detto che i pentastellati sono disposti a dare una mano alla maggioranza per fare uscire la Sicilia dalla palude. Il bastone e la carota, insomma.

Naturalmente non succederà nulla. L’Assemblea non ha ammainato mai bandiera di sua volontà. Quando è avvenuto, con Cuffaro, la causa è stata la decadenza del Presidente della Regione. I parlamentari trovano sempre il modo di sopravvivere all’impotenza politica e legislativa. Rispettano le leggi della fisica. Possono andare avanti grazie all’inerzia.

01 aprile 2018

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