
SALVINI E LA REGIONE: :«NESSUN VETO SU MUSUMECI, MA ANCHE LA LEGA HA UOMINI E DONNE PRONTI»

Matteo Salvini con Nino Minardo
10/01/2021 di Mario Barresi
L’intervista al leader del Carroccio. La crisi del Conte II: «Curioso di capire cosa s’inventeranno. La linea resta una: al voto oppure governo di centrodestra con chi ci sta»
La Lega tentata di sostenere un governo Draghi? «Fantapolitica», taglia corto Matteo Salvini mentre sta per lasciare Palermo. L’udienza sul caso Open Arms è finita e l’ex ministro tira il fiato. Guardando, con distacco, alla crisi di governo («sono curioso di capire cosa s’inventeranno»), rinfrancato dagli incontri politici di queste ore siciliane, sempre scortato dal neo-segretario regionale Nino Minardo. Dall’asse con i nipotini di Raffale Lombardo, alle Amministrative di Palermo. Con lo sguardo proiettato sulle Regionali 2022. E sul bis di Nello Musumeci, con cui s’è riaperto un dialogo sull’alleanza, il leader della Lega sostiene che «non mettiamo veti».
Senatore Salvini, prima dell’ udienza a Palermo ha postato una foto con delle arance. E qualcuno, sui social, ha commentato: «Sono quelle che ti porteranno in carcere i tuoi amici». Ma è sincero quando dice di non temere i processi siciliani sui migranti?
Dicono alcuni analisti: il declino di Trump è l’inizio della fine di Salvini e Meloni. Una lettura plausibile?
«Assolutamente no, gli analisti confondono la realtà con i propri desideri. Trump, a differenza di Obama e dei “democratici” che lo hanno preceduto, non ha fatto guerre folli in giro per il mondo, anzi ha portato pace in Medio Oriente e nel Golfo. Certo, le immagini vergognose e scioccanti degli ultimi giorni rischiano di lasciare solo un brutto ricordo di quattro anni di presidenza per molti aspetti positiva».
In queste ore si decide il destino del governo Conte. Secondo lei Renzi, che ha detto «non basta dire no a Salvini», fa davvero sul serio?
«Di certo stanno mancando di rispetto agli italiani. Anziché parlare di salute e lavoro, da mesi il governo litiga sulle poltrone. Sono curioso di capire cosa si inventeranno».
Quanto sarebbe disponibile a sostenere un governo Draghi con “ministri d’area”? C’è solo l’ex presidente della Bce come premier super partes?
«Fantapolitica. La nostra linea resta sempre una: voto oppure governo di centrodestra, con chi ci sta».
In Sicilia la Lega s’è federata con gli Autonomisti. Non le pesa, in questo accordo, l’ingombrante figura dell’ex governatore Lombardo a processo per mafia?
«La mafia fa schifo sempre e comunque e l’ho combattuta con i fatti quando ero al governo. L’alleanza è basata su un progetto politico di rilancio della Sicilia e di tutt’Italia: nel patto federativo la lotta ai boss è ai primi punti».
Il primo banco di prova saranno le Amministrative di Palermo. Il suo partito sarebbe disposto a sostenere un candidato sindaco autonomista? Si fa il nome di Caleca, che potrebbe rompere il fronte del centrodestra che punta sull’assessore Lagalla.
«La Lega vuole essere protagonista del centrodestra e punta all’unità della coalizione. Prima parliamo di programmi, i nomi verranno dopo».
Ha parlato a lungo con Musumeci mentre le faceva da cicerone. L’ha perdonato per aver glissato sull’alleanza con la Lega? Il discorso è ancora aperto?
«Abbiamo parlato del futuro di Palermo e della Sicilia e in particolare degli ottimi risultati che stiamo ottenendo grazie all’assessore Samonà e a tutto il gruppo all’Ars. Abbiamo tante cose da fare anche nei prossimi due anni».
Chi, nel centrodestra siciliano, non rivuole Musumeci in lizza nel 2022, confida molto nel suo veto. La Lega non ha governatori al Sud ed è chiaro che punta alla Sicilia. Se si votasse oggi sarebbe disposto a ricandidare il presidente uscente?
«La Lega ha molte donne e uomini di Sicilia che sarebbero in grado di governare la Regione. La Lega è il primo partito italiano e vogliamo dimostrare al più presto le nostre capacità di governo anche nelle Regioni del Sud. Non mettiamo veti».
Twitter: @MarioBarresi
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FONTE: LASICILIA
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