PER VEDERE UNA VERA E FERMA RISPOSTA DA PARTE DELLE ISTITUZIONI DEVE PRIMA SCAPPARCI IL MORTO?
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Mario Torrente
06 maggio 2022
La montagna di Erice è ancora fumante. L’enorme incendio di ieri pomeriggio ha devastato un intero versante, fino a ieri pieno di alberi, con un bel bosco e tanti piccoli pini e lecci che stavano venendo su. Purtroppo questo angolo di natura e bellezza non esiste più. Il fuoco da Martogna è risalito fino a Sant’Anna, arrivando fino al muro del Santuario e spingendosi fino alle rocce del Calderaro, alla casa forestale e girando davanti alla curva di San Nicola. Praticamente poco sotto il centro abitato di Erice. Stanotte dall’Ermione si vedevano le fiamme ed un alto muro di fumo. Completamente devastato anche il promontorio del Castellazzo. Il coraggio e l’abilità delle squadre di spegnimento ha permesso di limitare, per quanto possibile, i danni nell’area demaniale di Martogna dove ci sono gli animali ed il parco avventura. Ma il fuoco è entrato anche lì. E si è preso tanti alberi e macchia mediterranea. I danni sono ancora tutti da quantificare. Ma il bilancio potrebbe essere davvero disastroso. Forse peggio di tutte le altre volte.
Per vedere una vera e ferma risposta da parte delle istituzioni deve prima scapparci il morto? Non bastano tutti gli alberi, i boschi, gli animali, gli uccelli che sono rimasti intrappolati nei vari inferni di fuoco che da decenni si presentano con puntualità quasi scientifica appena soffia lo scirocco. Ma il vento non appicca il fuoco. È la mano criminale dell’uomo che fa danni, distrugge tutto e mette a rischio la sicurezza, ed il futuro di tutti. Soprattutto quello dei nostri figli. Che hanno sempre meno alberi e natura da conoscere. Per colpa di chi, ancora non si sa…
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