“Oggi la Forestale non esiste più, una grave perdita per l’antincendio boschivo”

Liguria – I drammatici incendi boschivi avvenuti in Grecia in questi giorni con un numero altissimo di vittime, gli incendi in Svezia e le notizie, spesso non esatte sul fenomeno degli incendi boschivi, mi inducono a fornire alcune precisazioni tecniche, dal momento che come funzionario del disciolto Corpo forestale dello Stato ho approfondito il fenomeno, anche mediante l’esperienza diretta maturata sul campo. A livello mondiale, il fenomeno degli incendi boschivi, in quasi tutti i paesi in cui questo si verifica, è in espansione e molte nazioni oggi debbono confrontarsi sempre più frequentemente con questa problematica. Gli incendi boschivi rappresentano una delle maggiori cause di distruzione o di degrado di foreste nel mondo e una delle fonti più rilevanti di produzione di CO2 nell’atmosfera. L’incendio boschivo ha delle peculiarità che lo differenzia da qualunque altro tipo di incendio. La sua caratteristica fondamentale è che non è confinato in un sito ma può espandersi indefinitamente su un territorio in cui è presente biomassa combustibile.

Premesso che il fuoco nei boschi è sempre provocato dalla mano dell’uomo per dolo o per colpa e che i soli incendi riconducibili a cause naturali sono quelli provocati da eruzioni vulcaniche o da fulmini, quest’ultimo caso è tuttavia evento rarissimo, c’è da dire che l’autocombustione, a cui troppe volte si continua a citare come causa, è completamente da escludere. Ma quali sono le cause dell’aumento degli incendi boschivi?
Variazioni climatiche con stagioni aride più lunghe, con temperature più elevate, rispetto al passato; espansione delle superfici incolte con conseguente accumulo di biomasse potenzialmente combustibili; incuria verso il territorio e mancati interventi di cura e difesa ambientale.

Per contrastare il fenomeno degli incendi boschivi sono necessarie quindi azioni di previsione, prevenzione, di lotta attiva e azioni post-incendio. Azioni di previsione: raccordando i parametri meteorologici (in particolare umidità, ventosità, temperatura) al tipo di vegetazione forestale, è possibile elaborare indici di previsione e di pericolosità degli incendi boschivi per aree simili. A indici di pericolo elevato deve corrispondere un incremento della vigilanza, l’allertamento della struttura antincendio e specifici divieti, in primis, quello di accendere fuochi per qualunque motivo.
La previsione a poco serve se non viene fatta prevenzione e se non è presente un’efficiente struttura preposta allo spegnimento. Come prevenire? Riducendo la quantità di combustibili presenti nel bosco (arbusti in eccesso, rami secchi ecc.), costruendo e manutenendo viali tagliafuoco, creando punti di approvvigionamento idrico per le autobotti e i mezzi aerei, predisponendo un rapido avvistamento dei primi focolari anche mediate l’uso di droni.
Vi è poi una prevenzione indiretta che consiste in tutte azioni di sensibilizzazione verso la popolazione della gravità del fenomeno, nella repressione dei comportamenti che possono essere causa di incendio e soprattutto nell’insegnare le procedure di autotutela. Troppo spesso si hanno vittime per comportamenti errati e ciò è avvenuto anche a operatori impegnati nell’antincendio boschivo.

Come accennato, le tecniche di spegnimento di un incendio boschivo differiscono completamente da quelle utilizzate per altri tipi di incendi. E’ possibile infatti intervenire attaccando direttamente il fuoco semplicemente con attrezzi manuali: battifiamma; soffiatori, nebulizzatori, con automezzi irrorando le fiamme con acqua addizionata eventualmente a schiuma. Tutto ciò se l’incendio è di bassa intensità (cioè brucia solo il sottobosco e il fuoco non si è ancora propagato agli alberi e in particolare alle chiome). Se l’incendio aumenta di intensità è necessario l’attacco diretto con mezzo aereo in quanto non è più possibile avvicinarsi al fuoco per il calore da questo sprigionato.
In ogni caso, specialmente se l’incendio assume proporzioni devastanti, dove l’energia sviluppata è enorme, occorre attuare le tecniche di attacco indiretto, ovvero si isola il combustibile vegetale che sta bruciando fino a quando non si consuma completamente ed il processo di combustione si interrompe.

L’attacco indiretto può essere condotto mediante la realizzazione di fasce di controllo utilizzando, rastri, rastrelli, zappe, motoseghe, decespugliatori, pale meccaniche ecc. per incendi di bassa intesità, ovvero mediante la tecnica del backfire (controfuoco) per realizzare con lo stesso fuoco porzioni di arre bruciate e quindi incombustibili. E’ una tecnica complessa che richiede grande professionalità degli operatori ma che, specialmente negli incendi di grande estensione, può ritenersi risolutiva. Da tutto ciò si intuisce come tutte le forze in campo devono essere coordinate e operare secondo obiettivi ben prefissati. Purtroppo mai o quasi mai vengono effettuate indagini di tipo valutativo sulla reale efficienza delle organizzazioni di antincendio boschivo a livello europeo, nazionale e regionale e ciò comporta troppo spesso l’inadeguatezza e il ritardo degli interventi messi in atto. Un’efficiente organizzazione antincendio è molto costosa tuttavia si può ovviare, almeno in parte, con un approccio partecipativo delle varie nazioni europee e mediterranee.

A una struttura locale minimale sub regionale o regionale permanentemente attiva, dovrebbero affiancarsi strutture nazionali e internazionali di pronto intervento di alta specializzazione per le grandi operazioni di spegnimento, lasciando il coordinamento operativo agli specialisti locali conoscitori del territorio. E’ ovvio che si dovrebbe promuovere l’armonizzazione procedurale e la formazione degli operatori costituendo centri di addestramento comune. E qui dovrebbe entrare in gioco l’Unione Europea. Oggi il Corpo forestale dello Stato, che curava in molte regioni italiane le attività connesse all’organizzazione antincendio boschivo, non esiste più. Negli anni aveva accumulato notevole know-how in merito. Ci auguriamo tuttavia che gli enti che hanno ereditato le competenze, non disperdano il patrimonio culturale e professionale rappresentato da quella che è stata un’eccellenza italiana, altrimenti dovremo convivere con gli incendi delle proporzioni di questi giorni.

Giovedì 26 luglio 2018 alle 08:39:22
27 luglio 2018
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