Miccichè: Toglietemi tutto ma non il vitalizio !

È pure disposto a dimettersi da presidente dell’Assemblea regionale siciliana, ma i tagli dei vitalizi in Sicilia non li farà passare: «Non mi presto a una vergogna di questo tipo. Mi sfiducino pure. Io non sarò il Fico dell’isola. Non è una questione politica. È in gioco la dignità della persona. Non ridurrò a povertà un ex presidente della Regione come Mario D’Acquisto o un ex senatore come Emanuele Macaluso». Parola di Gianfranco Micciché, il commissario di Forza Italia che dallo scranno più alto di Palazzo dei Normanni non si cura degli strali lanciati contro di lui dai 5 Stelle, attaccando anche il presidente della Camera per il mantenuto impegno di quel taglio «inserito come norma capestro nella Finanziaria dello Stato». Polemiche politiche a parte, la norma che, in analogia a quanto fatto da Camera e Senato, impone a tutte le Regioni la riduzione di queste atipiche forme di «pensioni» per i propri consiglieri inquieta anche il governatore Nello Musumeci. Perché se, sulla spinta di Miccichè, dovesse saltare il taglio dei vitalizi previsti dalla Finanziaria per la Sicilia scatterebbe una penale di 70 milioni con riduzione dei contributi statali. Micciché replica che «si tratta di 21 milioni, non 70», ma basta ai grillini per definire «anacronistica e irresponsabile» la posizione del plenipotenziario di Berlusconi, criticato anche da uno dei suoi due vice presidenti all’Assemblea in quota 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, pronto a parlare di «privilegi medievali».

10 marzo 2019

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