L’ARS TORNA AD ASSUMERE, L’ANNUNCIO DI MICCICHÉ: “PRESTO UN NUOVO CONCORSO”.
Palazzo dei Normanni non bandisce una selezione da dieci anni. Oggi i burocrati in servizio sono già 175 per 70 deputati
Nel paradiso della burocrazia pubblica in Sicilia si torna ad assumere. “Nei prossimi mesi l’Ars bandirà un concorso per 10 posti”, annuncia il presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, a margine della cerimonia di consegna dei titoli di dottorato di ricerca dell’Università di Palermo, che si è svolta nel pomeriggio nel cortile Maqueda di Palazzo dei Normanni. Il presidente ha ricordato anche che l’ultimo concorso all’Ars è stato bandito dieci anni fa proprio durante la sua precedente presidenza ed era destinato a laureati in Giurisprudenza, Economia e Scienze politiche. Miccichè, infine, ha lanciato un appello al rettore Fabrizio Micari e ai professori presenti alla cerimonia “affinchè l’Ateneo formi studenti preparati e motivati”.
All’Ars negli anni scorsi sono andati in pensione molti dirigenti, una dozzina, con norme a dir poco di favore: alcuni non avevano nemmeno 50 anni di età e sono andati via con il massimo del tfr e della pensione in base al loro reddito. Ma nel frattempo i deputati sono scesi da 90 a 70. Oggi all’Ars lavorano in 175 e al momento, grazie ad un accordo interno triennale, il tetto degli stipendi è fissato a 240 mila euro.
All’ingresso, cioè ad inizio carriera, le buste paga sono (cifre mensili per sedici mensilità): 2.952 euro netti al mese per il consigliere parlamentare, 2.069 euro stenografo parlamentare, 2.069 euro segretario parlamentare, 1.726 euro coadiutore parlamentare, 1.608 euro tecnico amministrativo, 1.534 euro assistente parlamentare. Stipendi base, ai quali vanno aggiunti eventuali straordinari e indennità. Stipendi base che dopo venti anni di servizo raddoppiano in media. Ad esempio un consigliere parlamentare con venti anni di carriera di base guadagna 6.468 euro netti al mese per sedici mensilità, cioè 103 mila euro netti all’anno più indennità.
La commissione di esame solitamente è composta da alcuni deputati componenti del Consiglio di presidenza e da docenti universitari scelti sempre dal Consiglio di presidenza.
di ANTONIO FRASCHILLA
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