IN SICILIA IL REDDITO DI CITTADINANZA ESISTE DA OLTRE QUARANT’ANNI. IL MAB: SEMPRE E SOLO CONTRO I FORESTALI
-Giuseppe Barcellona– All’epoca bastava conoscere qualche distinto signore in giacca e cravatta, un politico della D.C. o del P.S.I. o
meglio ancora appartenere a qualche famiglia di quelle che “contavano” ed il gioco era fatto, un posto te lo trovavano.
Questo modus operandi si è protratto indisturbato nel tempo fino ai giorni nostri e viene perfettamente inquadrato da numeri impietosi, per esempio quelli dei “forestali”.
Nell’isola sono un numero imprecisato che oscilla dai 25.000 ai 30.000, cifre impressionanti se si considera che in Veneto i berretti verdi sono 425, tra graduati e agenti, in Toscana 630. Per non parlare della Valle d’Aosta o del Friuli Venezia Giulia che, nonostante le Alpi hanno corpi di polizia forestale composti rispettivamente da 157 e 298 unità.
In Canada i forestali, chiamati rangers, sono 4.200, un sesto di quelli occupati in tutta la Sicilia ma il territorio canadese è immensamente più grande di quello siculo.
Ogni anno quel politico che interagisce coi forestali può gestire un bacino di migliaia di voti, per questo motivo il fenomeno non si è mai esaurito e si è invece assestato su una perenne precarietà dei lavoratori.
Bisogna operare una distinzione tra le “vere” Guardie Forestali con qualifica di pubblica sicurezza e polizia giudiziaria e gli operai forestali stagionali, dei semplici operai agricoli che vengono utilizzati per certi periodi dell’anno, questi ultimi sono circa 22.000 e si sommano agli 8.000 dipendenti dell’assessorato al territorio; a tempo indeterminato vengono impiegati circa 800 soggetti, una cifra comunque ragguardevole, doppia al numero di agenti del Piemonte che vanta un territorio boschivo triplo della Sicilia.
Numeri impietosi.
Tra gli stagionali i più fortunati lavorano 6 mesi l’anno e da giugno a dicembre guadagnano 1.200 euro al mese pagati dalla Regione, mentre negli altri sei mesi sono a carico dell’Inps, per stipendiare precari e assunti a tempo indeterminato la Regione spende 450 milioni di euro l’anno, mentre l’Inps 180 milioni.
Altri lavoratori sono suddivisi in quattro fasce di garanzie occupazionali in base al numero dei giorni lavorati durante l’anno, abbiamo così gli OTI (operai a tempo indeterminato), come dicevamo i 151, quindi personale che opera per 151 giorni l’anno (circa sei mesi l’anno), i 101 (circa quattro mesi l’anno) ed i 78 (circa tre mesi l’anno).
Molte delle persone occupate in queste attività percepiscono l’unica fonte di reddito senza la quale sarebbero costrette ad emigrare, ma sono tantissimi quelli che fruiscono del doppio stipendio svolgendo altri lavori, ci sono anche dei casi di soggetti legati alla criminalità organizzata.
Infatti per avere un posto in forestale è strettamente necessario un “aggancio” politico che in Sicilia è spesso legato alle attività mafiose di democristiana memoria, recentemente il Presidente Crocetta ha epurato i ranghi espellendo circa 250 soggetti con precedenti penali alle spalle.
Con tutto questo personale i boschi siciliani saranno immuni al rischio incendi?
Niente affatto, gli incendi sono in aumento e questo è normale in una terra che ridonda di operatori ecologici ma le cui strade sono sempre sporchissime, che spende cifre folli per mantenere le obsolete discariche e non è in grado di fare la raccolta differenziata.
Ogni estate la Sicilia va a fuoco, niente incendi niente lavoro, un esercito di precari rimarrebbe a casa se non ci fossero incendi da spegnere e non solo tra i forestali ma anche tra i volontari dei vigili del fuoco.
A Ragusa questi ultimi sono stati colti sul fatto, un arresto e quindici denunce; questi pompieri a gettone appiccavano incendi per poi beccarsi la giornata lavorativa di dieci euro all’ora, la punta di un iceberg?
Anche la prossima estate per ogni incendio appiccato ci vorrà un forestale sempre pronto, un volontario vigile del fuoco in azione ed un Canadair o elicottero antincendio operativo.
I Canadair costano 15.000 euro all’ora, gli elicotteri 5.000 euro all’ora, la Regione Siciliana spende dai 10 ai 13 milioni di euro l’anno per pagare queste aziende private utilizzate nello spegnimento degli incendi; ultimamente è tutto un fiorire di flotte private antincendio, un fiume di denari che potrebbe essere evitato se la Regione si dotasse di mezzi propri e di spendere dunque una sola volta la cifra che spende ogni anno e che scivola nelle mai dei privati col rischio dei soliti giochi a cui siamo abituati da mezzo secolo di mala politica.
Fa rabbia passare in paesini minuscoli come Pioppo, frazione di Monreale provincia di Palermo, li attraversi in macchina in cinquanta secondi, su duemila abitanti ci sono quattrocento lavoratori forestali, oppure Godrano, sempre in provincia di Palermo, duecento forestali su mille abitanti.
Le cose vanno così da anni, ma quando i debiti provocheranno l’inevitabile bancarotta chi pagherà il conto?
Chi vivrà vedrà ed emigrerà.
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