Valorizzare le aree interne della Sicilia
L’Isola detiene il record di immobili vuoti e inutilizzati. In che modo state cercando di stimolare la rigenerazione dei Comuni, a partire da quelli delle aree interne sempre più “spopolati”?
“Il censimento degli immobili condotto negli ultimi mesi ha rilevato che il fenomeno degli edifici abbandonati è collegato soprattutto allo spopolamento delle aree interne. Al di là della nostra impostazione che vuole ridurre al minimo il consumo del suolo e ampliare il riutilizzo e la ristrutturazione dell’esistente, il tema delle aree interne è un tema che fa parte delle priorità del Governo Musumeci in questa fine legislatura e con la prossima finanziaria saranno stanziati dei fondi per il rilancio di questi territori. Stiamo facendo il censimento della popolazione e dei beni immobili abbandonati, perché vogliamo creare condizioni sociali ed economiche per fare in modo che la gente torni a vivere nelle aree interne e a immaginare un futuro per queste zone. E non da ultimo intervento, inoltre, abbiamo pensato agli ospedali e alle case di comunità per questi territori, che saranno realizzati con i fondi del Pnrr, affinché la popolazione abbia presidi validi sotto il profilo sanitario e non debba percorrere centinaia di chilometri per avere assistenza. Saranno utilizzati 797 milioni di euro del Pnrr sanità per realizzare nelle province ospedali e case di comunità. Certamente, stiamo lavorando sulle aree interne, perché è una scommessa che il governo Musumeci vuole vincere”.
Iniziative antincendio tra prevenzione e attivazione di tecnologie innovative
Anche la scorsa estate la Sicilia è stata preda degli incendi. Perché non sfruttare tutti i forestali per fare prevenzione?
“In tema di antincendio, stiamo lavorando sulle misure di prevenzione di carattere innovativo. L’anno scorso, per esempio, per la prima volta sono stati sperimentati i droni. L’attività di prevenzione riguarda gli operai dello Sviluppo rurale e quindi dell’assessorato Agricoltura, mentre quella di repressione l’assessorato Territorio. Abbiamo programmato una riunione con il dipartimento Sviluppo rurale, il Comando del Corpo forestale, la Protezione civile, gli assessori competenti e il presidente della Regione per valutare in un rapporto sinergico di forze cosa fare in tema di prevenzione. Abbiamo trattato il tema sotto il profilo della preparazione dei viali tagliafuoco, della pulizia del sottobosco e delle convenzioni che definiremo con vigili del fuoco, forze dell’ordine e associazioni che hanno dato disponibilità. Già l’anno scorso abbiamo sottoscritto convenzioni con Anci, associazioni coltivatori e associazioni venatorie che abbiamo coinvolto in un nuovo rapporto di sinergia positiva. Per quanto riguarda il servizio antincendio vero e proprio, abbiamo il problema del personale. Molti distaccamenti sono vuoti, mi riferisco in particolare al segmento repressivo. Abbiamo indetto dei concorsi e spero che si possano espletare nella primavera estate 2022 con la possibilità di assumere nel triennio circa cinquecento agenti forestali. Nel frattempo, per non chiudere i distaccamenti siamo ricorsi alla mobilità interna che ci ha dato la possibilità di riconvertire personale regionale che potrà svolgere funzione di polizia giudiziaria con la collaborazione dei prefetti. Abbiamo affrontato anche un altro problema che è quello dei sindaci che non riescono a eseguire la pulizia e il decespugliamento dei terreni incolti abbandonati dai privati, nonostante sia di loro competenza. Con il decreto legge Draghi intanto si sono fatti passi in avanti perché si è stabilito che laddove i Comuni non siano in grado di aggiornare il Catasto degli incendi, la Regione si sostituisce a essi”

Sulle concessioni balneari un sistema da riequilibrare
La Regione ha scelto gli stabilimenti balneari piuttosto che la Bolkestein. Non ritiene che gli stabilimenti paghino poco le concessioni a fronte di prezzi insostenibili per i clienti?
“Partiamo da un dato: nel 2018, con il governo Conte I, il ministero per l’Agricoltura inserisce un articolo nella Legge di stabilità 145/2018 in cui s’introduce l’estensione delle concessioni balneari al 2033. Nel valutare questa situazione, scopro che in Sicilia ci sono tremila concessionari che danno lavoro a oltre centomila persone con indotto e quindi parliamo di percentuali di Pil serie. Da assessore porto una norma in Parlamento che, confermando l’estensione della Bolkestein, recepisce la normativa nazionale e chiede i requisiti ai concessionari e il pagamento del canone che in due mesi ci fa introitare 15 milioni di euro. Che cosa è cambiato dal 2018 al 2022 non saprei, visto che ci sono gli stessi partiti al Governo, ma una sentenza del Consiglio di stato del 2021 stabilisce l’evidenza pubblica. A questo punto, il tema è l’intero sistema, perché per il canone si dovrebbe tenere conto dell’attrazione del luogo, dell’estensione della concessione. Noi ci opponiamo al fatto che debba essere un organo giurisdizionale a stabilire che il sistema attuale non funziona e a dare una scadenza. Daremo battaglia perché non vogliamo replicare ciò che è successo in Spagna o in Grecia, dove i lidi sono andati a potentati economici. Non abbandoneremo le imprese, però, è chiaro che se il sistema resta quello attuale, si dovranno riequilibrare i canoni”.
FONTE: QDS